Il suo nome di battesimo esatto è Michele Serra Errante. E se è vero quanto scrivevano i latini, In Nomen Omen, quell’errante è lo specchio del suo impegno nel mondo del giornalismo e della vita culturale, che tutt’oggi lo vede come una delle voci più originali del panorama italiano.
Classe 1959, i primi passi nel giornalismo sono a soli 16 anni all’Unità, dove raccoglie l’eredità del celebre corsivista Mario Melloni, alias Fortebraccio. Nel 1986 comincia a dedicarsi alla satira, collaborando con l’inserto satirico de l’Unità Tango, diretto da Sergio Staino.
Alla chiusura di Tango (1988), il direttore de l’Unità Massimo D’Alema incarica Serra di dirigere un nuovo inserto satirico. Nasce così nel gennaio 1989 Cuore, che dal 1991 diventerà settimanale a sé stante, periodico che Serra dirigerà fino al 1994.
Due anni prima, 1992, Serra inaugura la rubrica in prima pagina sull’Unità, “Che tempo che fa”, condivisa con le vignette di Ellekappa.
Nel 1993 partecipa al cast del programma TV “Cielito lindo”, varietà della seconda serata di Raitre, curato, tra gli altri, da Sergio Staino. Nel programma Serra conduce una rubrica da casa dove se la prende con la pubblicità.
Sempre per la televisione Serra collabora con Beppe Grillo, con Gianni Morandi nel programma “C’era un ragazzo”, con Adriano Celentano, e con Fabio Fazio a “Che tempo che fa”.
Dal novembre 1996 inizia a collaborare con la Repubblica, dove oggi, oltre a essere commentatore ed editorialista, cura una rubrica fissa, L’amaca, nella quale con ironia descrive vizi e costumi della politica e della società italiana. Per lo stesso gruppo editoriale collabora anche a L’Espresso, con la rubrica Satira preventiva.
Il Premio Marietta ad honorem è assegnato a Michele Serra per la meritoria opera di sostegno, con approfondimenti culturali e passione sociale, al valore e ai saperi del cibo, che dal piatto, in un percorso a ritroso fino alla terra, sostengono una idea solidale, eco-compatibile e più equa di futuro.