Forlimpopoli con un grande abbraccio, alla Festa Artusiana, ha ricordato Folco Portinari, uno dei padri del progetto artusiano. Cittadino onorario nel 2007 (“è stata la sua ultima uscita pubblica ufficiale”, ha detto Massimo Montanari), ha contribuito assieme a Massimo Montanari e ad Alberto Capatti a delineare il progetto di Forlimpopoli Città Artusiana. Non solo: è stato tra i protagonisti nella valorizzazione della figura di Marietta, la celebre governante dell’Artusi, al centro dei progetti del Comune e di Casa Artusi, oltre che naturalmente dell’omonima Associazione a lei intitolata.
“Il primo contatto tra Forlimpopoli e Portinari risale al 1991, quando il Comune si apprestava a celebrare il centenario della prima edizione del ricettario più famoso al mondo e Folco scrisse la sceneggiatura del video su Artusi – ha detto la presidente di Casa Artusi, Laila Tentoni, che in questi anni ha condiviso il percorso insieme all’intellettuale piemontese – I contatti poi non si sono mai interrotti in quanto Folco, fino all’ultimo, non ha mai lesinato consigli e suggerimenti. Portinari è stato, come nessun altro prima e naturalmente a modo suo, totalmente a servizio della causa: promuovere la città di Forlimpopoli grazie alla sua risorsa più riconoscibile, l’Artusi”.
Cibo e letteratura infatti sono sempre state le sue due grandi passioni, come ha ricordato Massimo Montanari aprendo l’App-eritivo a Casa Artusi, significativamente intitolato “fritto e poesia”. Toccanti anche le parole della figlia Carlotta, che senza mezzi termini ha detto: “Forlimpopoli era la sua seconda casa”. Un legame coronato con l’assegnazione della cittadinanza onoraria (2007), e più di recente con la donazione della sua biblioteca privata comprendente numerosi volumi di cucina, da parte della famiglia di Folco. “Non finiremo mai di dire grazie a Portinari e alla sua famiglia per tutto quello che hanno fatto alla nostra comunità nel corso di tutti questi anni”, ha rimarcato Enrico Monti, presidente del consiglio comunale di Forlimpopoli.
Protagonista della serata, il nipote Matteo Straccia, che ha letto e commentato poesie sue e poesie del nonno. Straordinario nella ricerca di senso e di significati in questo percorso parallelo, il nipote ha concluso:“ Il nonno mi ha insegnato una cosa: il primo compito di un poeta è agire sulla realtà. Una lezione che non dimenticherò mai”.
Infine, Alberto Capatti, amico personale di Folco, che ha condiviso con Portinari un lungo percorso di confronto sui temi della cucina e ne ha delineato il carattere e la passione per la vita: “Lui aveva due passioni nel pieno del declino, il Torino calcio e il comunismo, testimonianza di un eterno affetto per gli sconfitti, suo grande tratto umano”.