“Questa civiltà, che confonde la quantità con la qualità, confonde l’obesità con la buona alimentazione. Trionfa la spazzatura travestita da cibo. Questa industria sta colonízzando i palati del mondo e sta distruggendo le tradizioni della cucina locale. (..) Queste tradizioni, questi segni d’identità culturale, queste feste della vita, vengono schiacciate, in modo fulmineo all’imposizione del sapore chimico e unico. La globalizzazione viola con successo il diritto all’auto determinazione della cucina: sacro diritto, perché la bocca è una delle porte dell’anima.” (Eduardo Galeano, A testa in giù).
Eduardo Huges Galeano, nato a Montevideo, Uruguay, nel 1940, militò sin da giovane nel giornalismo politico dei suo paese, cominciando con disegni e caricature satiriche sul settimanale “Il Sole” per diventare poi caporedattore del settimanale “Marcia” e direttore dei quotidiano “Epoca”. Imprigionato per le sue idee e i suoi scritti nel 1973, Galeano fuggì in Argentina dove fondò la rivista “Crisi”, ma fu di nuovo costretto a ritirarsi in esilio, trovando rifugio in Spagna. Qui rimase fino al 1985, anno in cui tornò in Uruguay per il ritorno alla democrazia con l’elezione del presidente Julio Marìa Sanguinetti. Scrittore dalla penna fertile e generosa, Galeanno ha scritto numerose opere narrative e saggistiche ispirate alla storia, alla società, alla cultura dell’America Latina. La sua opera più conosciuta, “Le vene aperte dell’America Latina” – un forte atto di accusa verso le potenze colonialiste, che impedirono lo sviluppo dell’industria latino americana – uscì nel 1971 e diventò subito un classico, pubblicato in numerose edizioni in spagnolo e tradotto in numerose lingue, pur se proibito a lungo da regimi dittatoriali in molti paesi.
Negli ultimi anni Eduardo Galeano si è fatto portavoce delle reti sociali “no global” a livello mondiale, combattendo una tenace battaglia contro la globalizzazione e evdenziando, con la sua sferzante verve narrativa, le conseguenze negative dei capitalismo sfrenato come strumento di oppressione sui paesi più poveri dei mondo. Tra le sue opere disponibili in traduzione italiana ricordiamo: L’America non ancora scoperta (Edizioni Associate, 1987); Memoria del fuoco (Sansoni, 1989-1991, poi nelle edizioni Rizzoli); La conquista che non scoprii l’America (Manifestolibri, 1992); Vagamundo (Nuova Coletti, 1992); Las palabras andantes. Parole in cammino (Mondadori, 1996); Splendori e miserie dei gioco dei calcio (Sperling & Kupfer, 1997); Le vene aperte dell’America latina (Sperling & Kupfer, 1997); Giorni e notti d’amore e di guerra (Sperling & Kupfer, 1998); A testa in giù (Sperling & Kupfer, 1999). Da ricordare anche un suo intervento riportato nel Teatro dei bene e dei male. Riflessioni critiche dopo l’11 settembre (Edizioni del Gruppo Abele, 2002).